CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO INDUSTRIA 5.0

CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO INDUSTRIA 5.0

Crediti d’imposta potenziati fino a metà 2026
Come cambia il Pnrr

Nel piano Mimit è previsto un aumento delle aliquote (obiettivo 40%) per progetti avanzati su digitale e green a partire dall’autunno 2023.

La chiave del passaggio al 5.0 sarà legare gli obiettivi di digitalizzazione dell’attuale piano Transizione 4.0 a dei risultati tangibili che gli investimenti delle imprese agevolate dovranno produrre a livello di efficienza energetica e della decarbonizzazione.

Il piano, coordinato dal ministero delle Imprese e del made in Italy, prevede di innalzare le attuali aliquote avvicinandole più possibile (in base alle risorse che alla fine saranno effettivamente disponibili) a quelle, in alcuni casi doppie e che arrivavano al 40%, che erano in vigore fino al 31 dicembre 2022.

Il potenziamento dovrebbe applicarsi a partire da investimenti effettuati dal prossimo autunno, con una norma che verrebbe inserita nel disegno di legge di bilancio con effetto retroattivo.
E lo schema dovrebbe durare fino al 2025, con una coda per agevolare anche investimenti effettuati nel primo semestre del 2026 a patto che entro il dicembre precedente sia stato versato un acconto pari almeno al 20%.

Il salto innovativo

La maggiorazione del beneficio fiscale potrebbe concentrarsi sulle spese più innovative, che dovranno andare oltre il mero ricambio dei beni strumentali interconnessi ai sistemi informatici di fabbrica.
Un’ipotesi in campo è concedere il beneficio più alto all’acquisto di beni strumentali 4.0 (macchinari e robot) se questi siano effettivamente impiegati in progetti di innovazione tecnologica avanzati o in programmi ad alta prestazione anche sul fronte energetico. Alcuni esempi potrebbero essere, sul fronte digitale, soluzioni specifiche di blockchain, cybersecurity, edge e cloud computing; in ambito green progetti di ecodesign, il ricorso a soluzioni tecnologiche per ottenere materie prime seconde di alta qualità, l’introduzione di modelli di business “prodotto come servizio” per favorire catene del valore circolari di beni di consumo e strumentali.
Dal 1° gennaio 2023 Transizione 4.0 è stata dimezzata, sia in relazione all’acquisto di beni strumentali sia per gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione.
L’agevolazione per l’acquisto di macchinari 4.0:

si è ridotta dal 40 al 20% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni;
dal 20% al 10% per investimenti oltre i 2,5 milioni e fino a 10 milioni;
dal 10% al 5% da 10 milioni e fino al limite di costi complessivamente ammissibili di 20 milioni.

Manca invece del tutto all’appello il credito d’imposta per la formazione 4.0 che nel 2023 non è stato rinnovato e che non è ancora chiaro se verrà recuperato con il nuovo piano in preparazione.

L’incognita sull’automatismo

La soluzione che si potrebbe delineare è quella di un automatismo ridotto, perché per beneficiare dei crediti di imposta alle imprese potrebbe essere richiesto di presentare un’istanza preventiva.

Fonte: Il Sole24 Ore